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Cimitero Napoleonico

Degno di rilievo è il Cimitero Napoleonico che testimonia i cambiamenti avvenuti nel contesto sociale di allora. A seguito del divieto di seppellire i defunti all'interno delle Chiese, vi furono nuove disposizioni legislative che prevedevano la costruzione e la collocazione dei cimiteri fuori le mura della città.

Originariamente, nel mondo greco romano, la parola cimitero aveva un significato simbolico; essa veniva usata per indicare una sola tomba. Solo più tardi il termine cimitero assunse il significato di “Luogo per raggruppamento di sepolture”.

Le tombe, nell'era cristiana, venivano allineate in gallerie sotterranee dette catacombe. Nei secoli successivi, l’uso delle catacombe si perse. I cimiteri venivano costruiti al di sopra delle vie suburbane, ma l'estendersi degli agglomerati urbani non permetteva alcun ampliamento. Per ovviare a ciò si ricorse alle fosse comuni.

Solo gli ecclesiastici ed i personaggi importanti venivano seppelliti all'interno delle Chiese.  Successivamente anche altri defunti, socialmente meno importanti, venivano seppelliti in tombe collettive poste sotto il pavimento della Chiesa.

E' solo nel XVIII sec. che viene meno questa usanza, colpita da nuovi provvedimenti legislativi che prevedono il trasferimento dei cimiteri fuori dalla cerchia urbana.

Infatti, un decreto del parlamento di Parigi del 20/05/1765 e quello del parlamento di Tolosa del 1774, favorivano la formazione dei cimiteri fuori la città, limitando a pochi casi il privilegio delle sepolture nelle Chiese.

Anche in Italia, nello stesso periodo, si ebbero delle disposizioni analoghe, che furono applicate, per varie difficoltà, solo più tardi quando, durante l'invasione napoleonica, si dovette osservare il codice civile napoleonico del 1804, che provvedeva all'applicazione fattiva dei provvedimenti legislativi della fine del 1700.

I cimiteri dovevano avere una legislazione propria. In aggiunta a ciò, veniva richiesta l’osservanza di alcuni principi igienici e requisiti tecnici contemplati nella legge 260 R.D. 25 luglio 1892 n0 448 art. unico che approvava il regolamento di Polizia mortuaria (G.U. 14/09/1892 n0 215). In base a quest’ultimo regolamento si statuiva che l'ubicazione del cimitero distasse almeno 200 mt da case di abitazione, edifici ecc.

 Anche il cimitero Napoleonico di Terelle osservava alcuni principi e regole della legislazione sopra descritta. Esso fu costruito intorno al periodo napoleonico. Fu collocato nella zona chiamata il "Castagneto", situata lungo la mulattiera, nello spiazzo retrostante l'edicola di S. Egidio, dalla quale, prese il nome (scomparsa nel 1930). La pianta del cimitero è a base rettangolare; esternamente la costruzione è realizzata in blocchi di pietra squadrata. L’interno è in pietrame dozzinale. Esso è composto da un corpo centrale più alto rispetto ai due laterali.

Originariamente la copertura dei due corpi laterali doveva essere a tetto, come è testi­moniato  dal ritrovamento di alcuni travi in legno.

Il corpo centrale, più largo alla base, si restringe in altezza. Lo stesso movimento si ripete nel portale di accesso al quale si arriva salendo  tre gradini in pietra di  forma semicircolari.

All'altezza dell'architrave del portale, una cornice in pietra corre su tutta la facciata. Su detta cornice, in corrispondenza del portale, è collocata una lunetta semicircolare, a sua vol­ta, sovrastata da un frontone avente come base inferiore una mensola dentella­ta. Al vertice superiore del frontone è posto un blocco di pietra ornato da una foglia.

Il corpo laterale sinistro, oggi completamente sventrato, è presumibilmente gemello a quello di destra, dove è ben visibile l'apertura con arco a tutto sesto, di cui la metà inferio­re è cieca.

Sulla sommità dell'angolo esterno di tale corpo laterale, destro sporge un elemento in pietra avente forma di un quarto di cerchio; un identico elemento lo ritroviamo sull'angolo posteriore dello stesso corpo.  Al di sopra della cornice marcapiano, in pros­simità dell'angolo, vi è un displuvio in pietra, elemento che ritroviamo anche sulla faccia­ta laterale e posteriore.

All'interno del corpo principale, la cui volta oggi è interamente crollata, vi sono due porte incorniciate da pietra squadrata, una di fronte all'altra, che danno accesso ai due corpi laterali dove sono poste delle nicchie.

Nel locale di sinistra, in corrispondenza della parete sventrata, vi è uno squarcio nel pavimento, attraverso il quale si vede un locale sotterraneo molto profondo. Le pietre adoperate per la costruzione della facciata principale provengono dalle cave in località detta "Ceraselle", una delle poche cave di pietra calcarea compatta. Gli anziani del posto, raccontavano che i bloc­chi venivano lavorati in loco dagli scalpellini del paese e trasportati a spalla.

Ogni pietra veniva legata ad una pertica che due uomini trasportavano sul luogo della costruzione ove venivano, eventualmente rifinite.

Per concludere, l’edificio rappresenta un raro esempio di costruzione cimiteriale in stile neoclassico (nel basso Lazio).

Dalla descrizione di questo cimitero, si evidenzia come la funzionalità e la semplicità dell’arte neoclassica si stata utilizzata e posta al servizio sociale.

  Articolo di Ernesto Ciccone